Circoscrivere la parola intelligenza è un'azione sempre più incerta, soggetta a variabili e a nuovi e imprevedibili attori. 

A proposito, ho l’occasione di fare una chiacchierata telefonica con Davide Mottes, Art director di MAIZE, che nell'ultimo numero del magazine approfondisce il tema dell'intelligenza artificiale. 

 

Intervista a Davide Mottes – Maize n.15 INTELLIGENCE

 

Chiara Zonta
Iniziamo con una domanda che faccio spesso e che mi incuriosisce: da dove nasce il nome Maize?

Davide Mottes

La storia di MAIZE nasce nel contesto di H-FARM, un hub di innovazione che si trova a Roncade, in provincia di Treviso. H-FARM esiste ancora oggi, anche se il suo focus è cambiato. Il campus è situato nella campagna veneta ed è proprio lì che è nato il progetto editoriale di Maize tra il 2017 e il 2018: prima in formato digitale, poi nel 2018 in formato cartaceo. Il nome “MAIZE” non è che la traduzione dall'inglese della parola "grano", che prende ispirazione dai campi di grano che circondano il nostro campus. 

Inizialmente il team editoriale di Maize faceva parte di H-Farm, ma nel 2022 siamo stati acquisiti da un’altra società, Jakala. Sempre lo scorso anno abbiamo esteso il nome Maize alla nostra azienda, che ad oggi non è solo un progetto editoriale ma anche un’azienda di strategic design.

CZ
Qual è l’approccio con cui sviluppate MAIZE riuscendo a incorporare coerentemente narrazioni molteplici?

Il nostro metodo consiste nel partire da un macro tema, che in questo caso è l’intelligenza. Il tema funge sempre da filtro, come una sorta di lente attraverso cui analizzare il contemporaneo e interrogare il futuro. 

Quando scegliamo un macro tema, lo "spacchettiamo" in diversi sotto temi. Ci interessa esplorare come materie differenti possano dialogare ed entrare in relazione. Questa visione è presente in tutta la rivista e offre una visione multidisciplinare che ruota attorno a un unico tema.

Il payoff della nostra testata, “Frames from the manyworld”, riflette questa pluralità di prospettive. Raccontiamo cosa accade nel mondo e cosa potrebbe accadere in futuro, partendo da una tematica scelta in collaborazione con la redazione, inclusa la direttrice Giulia Pozzobon e gli altri membri del team.

CZ
Il tema che quest’anno Mag to Mag ci propone riguarda l’intelligenza sentimentale, elemento funzionale a distinguere l’AI dall’uomo. Questo numero di Maize indaga proprio l’intelligenza, umana e non. Ti riporto un dibattito che ho recentemente avuto con dei ragazzi del liceo: un ragazzo sosteneva che l’AI come prodotto dell’uomo fosse innocua perché sotto il suo controllo; al contrario una ragazza ribatteva che era proprio il controllo sottomesso alla volontà umana a spaventarla. Tu come gli avresti risposto?

DM

Se parliamo di intelligenza artificiale, è importante ricordare che si tratta di una tecnologia trasformativa, dunque con un impatto concreto sulla nostra vita. Questo impatto può variare a seconda dei contesti, ma rimane un' innovazione tecnologica dalle potenzialità enormi e attualmente ancora in gran parte sconosciute. Inoltre, sebbene ci sia da diverso tempo, è solo negli ultimi anni che ha cominciato a diffondersi globalmente. In MAIZE, per esempio, abbiamo colleghi che studiano e applicano questa tecnologia da anni.

Come per ogni nuova tecnologia, ci sono reazioni diverse: alcune persone possono sentirsi spaventate dal cambiamento; altre lo accolgono con entusiasmo. È naturale che, essendo un’invenzione umana, l’intelligenza artificiale susciti timori. 

Tuttavia l'intelligenza artificiale è già molto presente nelle nostre vite. Un dato interessante è che il 57% dei contenuti online è generato da bot, nonché intelligenza artificiale. Posso quindi comprendere la preoccupazione di chi teme che l'intelligenza artificiale possa minare alcune sicurezze legate al loro lavoro, tuttavia non deve essere necessariamente così. Se guardiamo alle grandi trasformazioni tecnologiche, ci rendiamo conto che alcune ci hanno “cambiato la vita” non solo in peggio; altre sono state solo buzzword. Il metaverso fa parte di questi ultimi, mentre l'AI generativa è qui per restare. Ed è così perché c’è di mezzo il linguaggio.

La tecnologia dell’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT, sta cambiando il modo di lavorare di molte persone, specialmente nel campo della creatività.

Riguardo al mio punto di vista personale, non ho una posizione netta. Credo che ci siano pro e contro. L’intelligenza artificiale può aiutarci a migliorare le nostre vite, ma non deve sostituire il nostro pensiero. L’input umano rimane cruciale: senza di esso, ciò che si ottiene non ha lo stesso valore. Quindi io credo che valga utilizzare l'AI in modo critico per ottenere risultati positivi e alternativi.

CZ
Mi è piaciuto davvero molto il progetto di Maria Mavropoulou che ha catturato delle gocce umane (saliva, lacrime, ..) sopra uno schermo, creando una sorta di costellazione. Se dovessi assegnare, all’uomo e all’intelligenza, il ruolo di universo e il ruolo di stelle: a chi assegneresti cosa?

DM

Potremmo dire che l’umanità è nel suo insieme l’universo, mentre le stelle sono le persone e le loro menti. In base alla lettura che vogliamo, potrebbe essere valido anche il contrario. In entrambi i casi, credo ci siano un legame e una correlazione. 

CZ
Nel capitolo dedicato alle neuroscienze educative a un certo punto c'è una frase di A.F. Ward: “In un mondo in cui la ricerca su internet è spesso più veloce e facile della ricerca nella propria memoria, le persone possono ironicamente sapere meno ma credere di sapere di più”. Questo discorso credo si possa ben adattare alla cultura delle immagini. Siamo saturi di fotografie per conoscere il mondo e fissare la memoria, tuttavia ci dimentichiamo di fare attenzione a quello che ci scorre davanti agli occhi. Credi che la nostra capacità di vivere, e sopravvivere, sarà fondata sulla ricerca, anziché sul ricordo?

DM

Sicuramente oggi, abbiamo un accesso facilitato a moltissime informazioni e il nostro rapporto con esse è radicalmente cambiato rispetto a un tempo. Attraverso Internet e poi gli smartphone possiamo trovare qualsiasi informazione subito e facilmente. E da qui, è diminuita la necessità di attivare la memoria.

Tuttavia, credo sia comunque fondamentale per noi costruire un archivio mentale. Memorizzare e apprendere diverse informazioni ci permette di creare connessioni. Non si tratta solo di nozionismo, ma di conoscenze utili per sviluppare un pensiero più raffinato. È importante studiare e ricordare: il rischio di un impoverimento culturale è reale. E forse lo stiamo in parte già vivendo, perché non siamo più obbligati a imparare molte cose. Divagando, questo tema riguarda anche il confronto generazionale: vedo differenze nel modo in cui persone di età diverse si approcciano alle informazioni. 

In ogni caso penso che l’equilibrio sia sempre la chiave per affrontare le cose nel modo giusto. Ritornando al tema dell’intelligenza artificiale, ci troviamo in una posizione dove abbiamo molte più possibilità rispetto al passato. Se pensiamo all’enciclopedia, essa è stata uno dei momenti storici chiave per la diffusione della conoscenza. Quando Diderot e D’Alembert crearono L’Encyclopédie, racchiusero gran parte del sapere in un'unica opera, offrendo all'umanità un supporto alla conoscenza. Ora il discorso è pressoché il medesimo: Internet ci consente l'accesso a una quantità di dati eterogenei e in costante movimento. Entrambi questi processi, guardando ai lati positivi, hanno contribuito alla democratizzazione del sapere. 

 

CZ
Che ruolo attribuisci all’intelligenza emotiva?

DM

Credo che le emozioni siano una componente che ci distingue come esseri umani. Nella vita di tutti i giorni, i sentimenti sono il nostro tratto distintivo. Certo, anche alcuni animali provano emozioni, ma credo che per noi umani abbiano un significato più profondo, ognuno di noi reagisce in modo diverso a seconda delle situazioni.

CZ
Si parla spesso di settori che beneficeranno dell’AI e di altri che invece scompariranno. È un processo ciclico che fa parte da sempre della nostra storia. Credi che con l’AI questo stia avvenendo in maniera più veloce rispetto ad epoche storiche?

DM

Lo scorso 14 ottobre da Combo a Milano, abbiamo condotto e presentato una ricerca. È un’indagine sull’impatto dell’intelligenza artificiale generativa nel mondo del lavoro, la potete trovare a questo link.

Detto ciò, come per tutte le grandi innovazioni tecnologiche ci saranno cambiamenti significativi. Penso all’intelligenza artificiale generativa: se consideriamo il mondo dei contenuti, come le cosiddette ’content farm’, dove le persone per esempio creano articoli di qualità medio-bassa, è probabile che questi vengano sostituiti dall’intelligenza artificiale. Sono mansioni in cui l’elemento umano non rappresenta un fattore distintivo.

Ad ogni modo, non credo che l’intelligenza artificiale andrà a sostituire l’uomo, bensì lo libererà dalle attività a basso valore. È altresì vero che sarà sempre più importante investire in un’educazione e professionalizzazione di alto profilo che consenta alle persone di trovare la giusta collocazione in ambito lavorativo e padroneggiare le nuove tecnologie.

L’adozione dell’intelligenza artificiale si sta diffondendo a una velocità impressionante, probabilmente molto più rapidamente rispetto ad altri grandi cambiamenti storici. 
Personalmente, non ho vissuto altre rivoluzioni di questa portata; ma da quando ho iniziato a lavorare 15 anni fa e Internet era già diffuso, l’intelligenza artificiale è molto e sempre più presente.

L’accelerazione che ha avuto questo cambiamento è stata estremamente veloce, anche perché in settori come il nostro, adottare uno strumento come ChatGPT è molto più semplice che riconfigurare un impianto industriale su larga scala. Questo ha favorito un attecchimento molto rapido della tecnologia.

CZ
Sapresti scegliere tre parole per descrivere il tuo rapporto con l’intelligence?

DM

Le prime due parole che mi vengono in mente sono personale e collettiva, poiché rappresentano una bella dualità. La terza parola che scelgo è artificiale.

Parlando di intelligenza individuale, intendo l’intelligenza del singolo, è un elemento distintivo dell’essere umano. Questo si collega anche al tema dell’intelligenza emotiva. La dimensione collettiva, invece, emerge quando molte intelligenze diverse si uniscono per creare qualcosa di straordinario.

Infine, l’intelligenza artificiale è particolarmente rilevante nel contesto attuale. Oggi, quando si parla di intelligenza, è inevitabile che ci si riferisca anche all’aspetto artificiale, non solo perché è un argomento di grande attualità, ma anche perché è al centro delle nostre riflessioni.

Se vi va di approfondire, potete trovare il numero di Maize n.15 QUI.

March 08, 2025 — Chiara Zonta

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