Plastikcomb è un magazine di graphic design, arte e illustrazione.
E ora che abbiamo sintetizzato al massimo il suo contenuto nella maniera più formale possibile, vi diciamo com'è davvero leggerlo: puro, energico, mitomane, queer, romantico, libero. 

È il riflesso cartaceo del mix tra i suoi due fondatori: Aaron L. Beebe, docente americano di design che ama vantarsi del primo premio ottenuto ad un contest artistico alle scuole superiori (in cui fu poi squalificato per plagio), e Thomas Schostok, tedesco fondatore di BEAST magazine. Due che non hanno bisogno di etichette o medaglie nella vita, e creano per il gusto di farlo. 

Plastikcomb è un magazine puro nel senso che fa ricerca nel proprio stile senza ricercare nomi ad effetto o collaborazioni mirabolanti. Se scorrete le pagine dei vari numeri capite benissimo le ispirazioni di Aaron e Thomas, ed ha perfettamente senso che sulle pagine di questa rivista non troviate per forza grandi penne. Ci sono piuttosto nomi, idee, parole e lavori di persone libere e vere che concretizzano il design e l'arte senza alcun preconcetto economico. Creano per bellezza e passione, che siano studenti di scuola o professionisti affermati. 

Il magazine contiene illustrazioni, lavori grafici, interviste e parole dei fondatori e di una accurata selezione di designer e artisti da tutto il mondo che producono opere in linea con la kaleidoscopicità di Plastikcomb. 

 

plastikcomb magazine

 

Il collage sono il grande amore dei due ideatori di Plastikcomb, che tra l'altro nel numero 5 accolgono un maestro contemporaneo di questa arte come Charles Wilkin. I collage li usano in ogni modo e maniera e con una profonda impronta transmediale: fotografie, oggetti, illustrazioni, riviste, segni, polaroid e chi più ne ha più ne metta. I rimandi pubblicitari agli anni cinquanta e ottanta del secolo scorso, poi, sono un leit motiv che accompagna tutto il percorso del magazine in un'aurea di richiami storici indecifrabile quanto pomposa. 

La regola grafica principale è poi la decostruzione totale di ogni buona regola del graphic design. Testi croppati, interlinee formattate male, font a bizzeffe, tonnellate di segni d'usura. Un casino pazzesco che ha perfettamente senso, diciamocelo, dopo che di Plastikcomb ne avete letti almeno due numeri. Perchè la prima volta può anche sembrare il lavoro incontaminato di due pivelli, poi rimane in mente come l'opera allegra e trascendentale di due artisti della grafica. 

Plastikcomb magazine Frab's

Collage, formattazione dei testi fuori da ogni regola, e poi l'illustrazione. Qui i due fondatori vanno a ricercare in ogni numero e nella loro assoluta libertà da ogni concetto precostituito la purezza delle idee originali. L'ultimo numero ad esempio ospita l'opera di Yuko Shimizu, che oltre ad alcune sue immagini dalla forte connotazione orientale racconta la sua vita da illustratrice con una lunga intervista. Giapponese ormai trapiantata a New York, Shimizu realizza le sue opere dense di colori pastello e rossi orientali con l'auspicio di una vita immersa nel disegno.

Plastikcomb è un inno allo stile non formale e agli impulsi indecifrabili nella realizzazione grafica. A rispettare dei canoni rigorosi per se stessi, anche quando questo vuole dire fare cose decisamente assurde. E non c'è grafica, modernità o intelligenza artificiale che tenga: questo magazine non porta rancore per l'innovazione della tecnologia, ma usa ed elabora solo schemi mentali profondamente umani.

L'ultimo numero di Plastikcomb lo trovi QUI.

February 26, 2023 — Frab's Magazines & More
Tags: magazine

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