Fmr n.4

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A quarant'anni esatti dall'uscita del primo numero e dopo una decina d'anni dalla sua chiusura, come una fenice che risorge dalle sue ceneri, torna "la rivista più bella del mondo", quell'FMR nata nel 1982 dalla mente di Franco Maria Ricci con lo scopo di dare all'Italia il primato della più bella rivista d'arte che si fosse mai vista. 
Quando nacque, nel 1982, fu accolta con stupore: raccontava le bellezze create dagli uomini in modo nuovo e spettacolare, reso possibile da una veste editoriale che non si era mai vista. Diventò in poco la rivista d’arte più diffusa del mondo.
I tempi sono cambiati, ma lo scopo di FMR resta lo stesso: stupire il lettore con l'eleganze e la bellezza della carta stampata di nicchia regalando un magazine da collezione elegante e dal gusto classico.
La nuova FMR si muove nello spazio e nel tempo senza confini dell’arte, dell’architettura, del design, ove ogni sorpresa, ogni avventura dell’occhio si trasforma in uno stimolo per la fantasia e per la mente.

ISSUE 4 

Con il solstizio d’inverno arriva il numero Quattro di FMR e ha una cascata di luce che fiammeggia in copertina: aperto da un pezzo del Premio Nobel Orhan Pamuk, che porta sulle pagine di FMR la fotografia di Dayanita Singh, prosegue poi con il ciclo di Vittorio Zecchin Le Mille e una notte, d’inizio Novecento come I Nibelunghi.

Un simile dialogo interessa altri due secoli, il XVI e il XVIII, che si mostrano al lettore sotto due sfaccettature ciascuno. Antonio Filipe Pimentel ci descrive la storia dei cenotafi eretti nel Cinquecento all’Escorial, mentre un manoscritto dalle vicende avventurose ci porta nelle terre orientali colonizzate dagli Europei in quel secolo; Andrew Graham-Dixon traccia un penetrante ritratto di Stubbs ritrattista di cavalli nell’Inghilterra del Settecento, mentre Benedetta Craveri offre un’elegante narrazione di un amore nella Francia pre-rivoluzionaria dipanatosi attraverso le arti.

Disponibile sia la versione in Lingua Italiana che in Lingua Inglese.