L’abito non fa il monaco, ma ciò non toglie che le copertine possano dirci molto di un magazine. Nate come involucro e senza particolari fronzoli (in molte non c’era nemmeno il titolo!), a partire dall’Ottocento iniziarono ad assumere forme e caratteri sempre più variegati. Oltre a proteggere le pagine, infatti, divennero uno strumento per intercettare e indirizzare lo sguardo del pubblico. E ora, a distanza di qualche centinaio d’anni, potremmo dire che il discorso è rimasto pressoché lo stesso: molte conservano ancora quel superpotere capace di attirare e trattenere lo sguardo - che altrimenti scorrerebbe ininterrottamente lungo il feed o gli scaffali.

Che sia con una fotografia, una grafica o un' illustrazione, le cover più riuscite sanno che cosa vogliono dire e a chi lo vogliono dire. E nello spazio di una sola pagina riescono a racchiudere l’immaginario dell’intero numero.
Senza divagare ulteriormente, vediamo alcune delle copertine più riuscite di questo 2024.

La grafica nelle copertine: la nostra selezione

Come ci insegna Alexey Brodovitch, storico art director di Harper’s Bazaar, l’effetto grafico è tutto. Quindi via libero alla manipolazione di testi e immagini; l’occhio deve danzare in forme che lo coinvolgano.
BranD, un magazine tutto dedicato al design del prodotto, per esempio, progetta per ogni numero una cover ad hoc, sperimentando notevolmente sia nella composizione grafica che nella quantità di elementi impiegati, portandoli talvolta anche a un effetto tridimensionale;
tra le cover più ingegnose troviamo poi quelle di di Linkiesta etc., che in ogni numero si cimenta in nuove acrobazie grafiche… Ultimissimo esempio è l’opera commissionata a Refreshink (Giovanni Magnoli). L'artista ha preso spunto dai mosaici bizantini e ha composta la scritta Retro Future dipingendo in acrilico tanti piccoli tasselli su tela che ora potete vedere riportati fedelmente in copertina.
In direzione opposta, troviamo la collana di Magazine B. Semplici e chiari si riconoscono subito per il loro formato tascabile, una linea sottile al centro, il logo in alto e il tema del numero come sfondo. Nella loro essenzialità non risultano meno appetibili dei precedenti, anzi, uno tira l'altro. 

          

Le cover iconiche per gli scatti fotografici

Molte delle copertine rimaste nella storia, però, devono buona parte del loro merito a scatti fotografici iconici, suggelli di un dato momento o accaduto. E a distanza di qualche giorno dalla dipartita di John Galliano da Maison Margiela, l’ultima copertina di Luncheon è l’esempio più lampante. In prima pagina infatti troviamo lo scatto di Paolo Roversi alla modella Tish in full look Maison Margiela Artisanal firmata Galliano e, nel make-up, Pat McGrath.
Rimane iconica anche la cover Buffalo zine issue 20. Tra scritte che sembrano ritagliate da quotidiani di scoop e cronaca rosa e una sequenza di immagini super azzeccati– vedi per esempio Lily Rose Deep in pieno effetto plastico – ci  introduce in modo pop al tema.  

       

 

Quando le copertine illustrate racchiudono un mondo

Una cover però ci conquista anche quando rispecchia l’animo della sua rivista. E per argomentare questo aspetto, vi parliamo di tre riviste famose per le loro illustrazioni.
La prima è Guida Turistica agli Aldilà possibili che con le sue cover colorate e a metà strada tra uno stile fumettistico e un po’ liberty ci proietta subito in un mondo altro, onirico; a seguire, c’è Flow: le sue cover sono un inno alla carta, colorata, ritagliata, disegnata in tanti modi diversi. In ogni numero ci ricorda come la carta sia un supporto creativo vivo e ricco di opportunità; concludiamo poi con The Simple Things e Breathe, due pubblicazioni che attraverso le copertine ci trasmettono calma e tranquillità; sarà forse per le illustrazioni a matita o in acquarello che con pochi dettagli richiamano un’atmosfera serena, nella natura o in convivialità.

                   

Copertine uniche per il loro formato

Dulcis in fundo, tra le copertine più riuscite troviamo quelle che sanno sempre sorprenderci con formato nuovo.
Viscose journal, rivista di critica di moda, cambia a ogni numero in relazione all’argomento discusso, e questa volta, trattandosi di profumo, quale scelta migliore se non quella di unire le pagine con un piccolo cofanetto color verde pallido.
Più audace e in toni più accesi è invece la copertina dell’ultimo numero di ‘TINA: rivista letteraria indipendente che da ormai diversi anni cambia formato a ogni numero riprendendo i grandi classici, e che questa volta ci propone il classico tascabile Penguin – peccato che invece del pinguino troviamo la solita loro madonnina.

               

 

Arrivate alla fine di questa rassegna, tanto estetica quanto necessaria, siamo curiose di sapere quali copertine vi sono venute in mente sia di quest’anno che di anni precedenti. Perché oltre a essere estetiche e ormai anche oggetti d’arredo, per noi le copertine rimangono frammenti di momenti precisi, privati e collettivi, a cui siamo affezzionate.

09 gennaio 2025 — VALENTINA ANGELI

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