È chiaro, a noi di Frab's piace la carta. Bellissima, a volte intrecciata con plastica o altri materiali non meglio identificabili che rendono le riviste che scegliamo pezzi unici al tatto oltre che alla vista.

C'è però una questione che non riguarda né Greta Thunberg né le teorie sui complotti ed è la seguente. Pochi anni fa nel nostro Comune è arrivata una gestione della raccolta differenziata che ci ha portati ad essere tra i Comuni più virtuosi in Italia. Una gestione molto semplice basata sull'estremizzazione del concetto più ricicli, meno paghi.

Ed ecco che, intenti a centellinare le spese, abbiamo iniziato a mettere molta più devozione nell'accurata divisione dei rifiuti tra plastica, carta, umido e indifferenziato. E abbiamo scoperto sulla nostra pelle due cose sorprendenti:

  • Produciamo davvero un sacco di plastica. C'è plastica ovunque, in ogni dove. L'ultima volta al mare dopo una mareggiata era pieno di capsule di caffè sulla battigia, e con la stessa invadenza il bidone della plastica è in assoluto il più riempito da noi e nel nostro tran tran quotidiano.
  • Differenziando bene e con attenzione la produzione di rifiuto non riciclabile o indifferenziato è pressoché zero.

Ora vi chiederete cosa c'entra una dissertazione sul riciclo con Frab's. Beh, c'entra perché ogni volta che spediamo, per fare arrivare a destinazione sani e salvi i nostri bellissimi magazine dobbiamo necessariamente produrre ed utilizzare altra carta, plastica e vari materiali di imballaggio. Crediamo che la bellezza delle riviste sia anche nella loro maniacale cura e tenuta, per cui non possiamo esimerci dal fare tutto il possibile per tenerle ben protette, ma questo si traduce in produzione di rifiuti spesso non riciclabili.

E così ci siamo impegnati come prima cosa a sostituire la buona vecchia busta postale con pluriball con una busta tutta in cartone che, a partire dalle spedizioni di settembre, soppianterà completamente la prima. 

Poi l'idea, stupida, forse banale. Così come ve li spediamo, molti pacchi li riceviamo, e se l'importante è la rivista perché non riciclare quanto più possibile, imballaggi e pluriball incluso?

Allora vi chiediamo scusa se le coperture, i pacchi, le carte o altro può evidenziare segni di usura, dimostrare chiaramente precedenti utilizzi o riportare timbri di San Francisco, Berlino o Taiwan da cui arrivano a noi le riviste, ma vogliamo dare il nostro piccolo e infinitesimale contributo a ridurre quanto più possibile i packaging.

 

Quindi scusateci, ma accettate i nostri pacchi per quello che sono. Noi cercheremo di mettere il massimo della cura e stare attenti al dettaglio, ma siamo certi capirete quando vi arriverà un imballaggio di “seconda mano”.

Pensate che così stiamo facendo insieme un po' di bene a noi stessi e al mondo. 

 

19 agosto 2019 — Dario Gaspari

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