Che le riviste provenienti dall’emisfero orientale del nostro globo abbiano quel non so che di speciale ormai lo sappiamo, e non parlo solo di quei progetti particolarissimi e semiartigianali realizzati da artisti che riversano su carta i loro feticci (alla Rubbish o Meantime per intenderci).

Anche i progetti più strutturati riservano sempre delle sorprese: che si tratti del formato, delle scelte grafiche o di contenuto, quando un magazine ci arriva dalla Cina, dal Giappone, da Taiwan o Hong Kong, solo per citarne alcuni, siamo sempre pronti a lasciarci sorprendere.

Ecco perché dietro la seconda casellina del nostro Calendario dell’Avvento abbiamo “nascosto” BranD, un magazine tutto dedicato al design di prodotto che affronta in ogni numero una tematica diversa in modo sempre fantasioso a partire dalla sua copertina. Ad esempio, il primo numero di BranD che mi è capitato di sfogliare, il #45, aveva un flexidisc inserito nella cover che nascondeva dei messaggi a me incomprensibili, ma decisamente affascinanti. C’è stato poi il famoso #48 dedicato alla realizzazione di un progetto editoriale in edizione limitata, con la sua ruota dei colori in copertina, che è diventato uno dei nostri best seller dell’anno scorso. 

Arriviamo così, tema dopo tema, copertina dopo copertina, all’ultimo nato in casa BranD che, come dichiarato dalla redazione, ha visto una lunghissima gestazione (ben 10 mesi!) per la realizzazione e il perfezionamento, dalla fase di progettazione alla pubblicazione finale, in modo da presentare il miglior contenuto possibile ai lettori. Ricordate quando vi dicevo che il fattore tempo è una delle caratteristiche di un magazine indipendenze che non ha periodicità fissa, ma esce quando ci si sente pronti a farlo uscire? Ecco, parlavo esattamente di questo.

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Cover a specchio, una macchina da scrivere e dei nastrini colorati ci danno il benvenuto alla cinquantacinquesima edizione del magazine. Il numero, proseguendo idealmente l’edizione precedente, contiente un’approfondita ricerca nel mondo dei type designer che, in prima persona, ci raccontano le gioie e i dolori del proprio lavoro, in una sorta di sfida di wrestiling (con tanto di biglietto d’ingresso per assistere al match “Design Vs Foreign Typeface”) che lascia emergere tutto il processo creativo di un nuovo carattere tipografico.

Sono sei i capitoli di questo “scontro”, ognuno contrassegnato da uno dei colori dei nastrini che si trovano in copertina e con dei titoli che quasi ricordano un manuale sportivo: preparazione preliminare, pratica, competenza in type design, competenze avanzate, padronanza della tipografia, professional showcase.

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In questo percorso, ricco di testimonianze, approfondimenti e case history, impariamo quello di cui avevamo già il sospetto: il mestiere del type designer è difficilissimo! Ok, potrei aver scritto una cosa scontata, ma a volta le cose scontate è bene ribadirle. Dietro uno qualsiasi dei font che ogni giorno utilizziamo c’è tantissimo studio, spirito d’osservazione, tentativi ed errori, voglia di perfezionarsi o di fare qualcosa di diverso. C’è, in definitiva, una storia che si intreccia a quella del creativo che lo ha ideato.

Più nello specifico, in questo numero sono 9 i type designer da tutto il mondo invitati da BranD per discutere di caratteri tipografici e di come lo sviluppo di nuovi font e trand siano diversi nei vari paesi.

Tra questi troviamo, ad esempio, Yoshihisa Shirai, designer della rivista IDEA, che ci spiega il rapporto tra le regole di composizione e il design pratico, con tantissimi consigli che possono aiutare i designer a risolvere i problemi pratici che spesso incontrano nella realizzazione dei loro lavori e suggerimenti su come combinare insieme più caratteri tipografici.

Ci sono poi gli immancabili case history che rendono ancora più lampante l’importanza delle scelte tipografiche nella comunicazione di prodotto e, in particolare, nella realizzazione di un magazine: 55 eccellenti progetti che arrivano da tutto il mondo scorrono tra le pagine del magazine per ispirare i lettori.

 

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Insomma, che siate un graphic o type designer professionista o se, come me, vi chiedete quale font si abbini meglio al courier mentre provate a realizzare una “grafichina” con Canva, questo numero è sicuramente un’essenziale strumento di studio, aggiornamento e ispirazione.

Lo trovate QUI insieme ad altri imperdibili numeri della rivista.

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02 dicembre 2021 — Anna Frabotta
Tag: recensioni

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