DUST n.25
Dust è la rivista nata nel 2010 per raccontare le giovani generazioni. Il suo intento è raccontare i giovani senza le etichette imposte dalla società e gli schemi di lettura ai quali siamo abituati dei media sui fenomeni generazionali.
È un progetto non scontato e irriverente, perchè parla dei confini che non esistono più, delle barriere delle vecchie generazioni e dei loro preconcetti che oggi sono superati dalla realtà dei fatti. Dust è la polvere che avvolge l'incapacità di chi è venuto prima di raccogliere e comprendere le spinte interiori dei nuovi esseri umani. Il territorio su cui si muove la rivista è "la crisi", questa misteriosa entità che fagocita chi si affacci all'età adulta da ormai diversi anni, ma che per i giovani è il luogo migliore e più carico di nuove idee, paradigmi e forme.
I principali temi che affronta Dust sono visual culture, moda e arte. Il magazine è un laboratorie di giovani idee in queste discipline dalla cui polvere del passato nascono forme completamente nuove e difficilmente etichettabili.
Non è una rivista che racconta i nuovi trend, ma parla di "genuinità", un mantra emergente che decenni di foto ritoccate e riviste patinate avevano cancellato dalla memoria.
ISSUE 25 - THE SMILE ISSUE
Questi ultimi anni sembrano i tempi più sconcertanti che la nostra generazione abbia mai vissuto. Sempre di più, il nostro presente è stato logorato e rimodellato, confinandoci in un mondo che mette alla prova la nostra capacità di immaginare un futuro accogliente o ci dà ragioni per sorriderne. Un sorriso, tuttavia, rimane uno degli strumenti più potenti che abbiamo, non come mezzo per sfuggire alla realtà o soccombere al cinismo, ma come un atto di speranza provocatorio. Di fronte alle catastrofi climatiche in continua intensificazione in tutto il mondo, alle guerre intraprese spietatamente contro le leggi internazionali, alla minaccia di un’intelligenza artificiale non regolamentata, alla crescente polarizzazione nella società e all’allarmante ascesa delle forze populiste antidemocratiche, sorridere diventa il nostro atto di sfida, un rifiuto di una realtà alla quale ci rifiutiamo di conformarci. Inevitabilmente, sorridere crea spazi in cui fioriscono nuove idee, si alimentano movimenti inclusivi e si forgia un domani migliore, diffondendo uno spirito di resistenza contagioso. Perdere il sorriso significa perdere il futuro.