Guida alla stampa risograph: intervista a Concretipo Studio
Si chiama Risograph, ma il riso che mettiamo sulle nostre tavole non c'entra. Il nome deriva dalla parola giapponese "Riso" che significa "ideale". Si tratta di una tecnica che utilizza una stampante-duplicatrice nota come Risograph, inventata nel 1986 dalla RISO Kagaku Corporation. Si tratta di una sorta di ciclostile automatizzato che nei suoi limiti nasconde in realtà le sue grandi potenzialità: i diversi passaggi di colore e i fuori registro, infatti, creano risultati unici per ogni copia della tiratura che viene mandata in stampa, che differirà dalle altre, anche se in maniera quasi impercettibile. Una sorta di promemoria sul fascino dell'imperfezione che solo un procedimento non del tutto automatizzato sa regalarci.
Se siete curiosi di capire di cosa si parla, su Frab's abbiamo diversi titoli stampati in risograph (Rip Zine, Further Reading, Nodes, Valet, Ossì, i poster di Friscospeak e di Extra Teeth... solo per citarne alcuni), ma prima vogliamo spiegarvi bene che cos'è e come funziona la Risograph.
Abbiamo chiesto Giuseppe e Linda, due designer professionisti, che nel 2017 hanno dato vita a CONCRETIPO, di aiutarci a raccontarvi questa tecnica di stampa, discendente diretta del ciclostile.
Linda è una graphic designer con una particolare attitudine all'artigianato e alla cartotecnica. Giuseppe è un illustratore esperto di stampa e inchiostri, con una passione per l'arte in tutte le sue forme e riproducibilità. La loro creatura, CONCRETIPO, è un studio indipendente di progettazione grafica e stampa, specializzato in graphic design, product design e stampa, anche e soprattutto risograph. Ma più che un servizio di stampa amano definirsi "un serbatorio di risorse con cui trasformare le tue idee in qualcosa di concreto"
Nella vostra bio di Instagram scrivete “Risograph print service”, vi va di spiegarci che cos’è la stampa Risograph?
La Risograph è una tecnica di stampa che utilizza inchiostri a base di soia e matrici in fibra di banano. Si tratta di un duplicatore a stencil, creato agli inizi degli anni 70 per la stampa massiva, che ha trovato una nuova vita nella stampa a più colori, rivelando il suo valore artistico sperimentale. Una stampa risograph, oltre a conservare l'autenticità della stampa fatta a mano, ha infatti caratteristiche particolarmente distintive: è inevitabile riscontrare delle piccole variazioni di intensità e di fuori registro tra colori, come anche delle sovrastampe dovute al processo di stampa e ai colori esclusivi, in grado di generare effetti e risultati unici.
Quel “Risograph print service” che leggete nella nostra bio, è un invito a scoprire di cosa si tratta, una modo per sottolineare il nostro “servizio di punta” e il focus sulle produzioni indipendenti, considerando la Riso simbolo di un approccio alternativo alla stampa, più creativo, sperimentale e in un certo modo artigianale.
Come funziona tecnicamente la stampa Risograph?
Per rendere l'idea bisogna immaginare una stampa a metà strada tra la serigrafia e la stampa off-set. Ci sono molti settaggi che influiscono sulla funzionamento della stampa e dell'incisione della matrice, ma molto brevemente ci limitiamo a spiegarne il processo.
La Riso è in grado di incidere e generale la matrice di stampa, questa si posiziona automaticamente attorno al cilindro colore, in cui alloggia l'inchiostro. Avviata la stampa, il foglio viene impressionato passando dalla presa carta, sotto il cilindro ruotante, per essere espulso dall'altro lato.
Ad ogni colore corrisponde un cilindro, che in pratica è una componente macchina destinata a quel colore specifico, per questo il processo di stampa viene ripetuto per tutti i colori presenti nell'immagine. Naturalmente è molto importante, predisporre una fase di asciugatura e seguire attentamente la fase di stampa, controllare la messa a registro, limitando gli inevitabili fuori registro creati dalla macchina, comunque non meno importante è la creazione e la precisione del file ancor prima di andare in stampa.
Questa tecnica di stampa presenta una serie di limiti, come i fuori registro da voi citati, ma nonostante questo sta conoscendo una nuova fioritura. Come mai?
É una macchina nata in altri anni e per un altro scopo... per cui i limiti sono svariati: dalla riluzione, ai fuori registro, agli effetti di stampa, dovuti all'impressione, che differiscono leggermente tra le copie. Questi limiti sono stati però percepiti come potenziale strumento di creazione e sperimentazione. La tecnica richiede manodopera, allo stesso tempo, progettare in Riso vuol dire saper sfruttare e considerare, quanto possibile, le caratteristiche della macchina.
Le copie prodotte sono uniche nel loro genere, vibrano come fossero realizzate a mano dall'artista e il controllo della sovrastampa, permette di creare innumerevoli effetti e sperimentazioni cromatiche grazie anche alla naturale composizione degli inchiostri che esalta la lucentezza e vivacità dei colori, restituendo alle stampe un'estetica propria, molto particolare e autentica.
Il suo ritorno in auge è probabilmente dovuto al fatto che a oggi la tecnologia ha creato un certo appiattimento, la stampa si è allineata al digitale, dequalificando il proprio valore artistico e perdendo il carattere emozionale e sperimentale, tipico di ogni tecnica tradizionale.
La sua nuova fioritura è probabilmente dovuto al fatto che l'estetica delle stampe è svincolata da certi canoni standardizzati, aprendo una riflessione e una sfida che porta, creativi e fruitori, a rivalutare i limiti come potenziale inespresso o tratto distintivo, qualificativo, unico.
Lavorate ogni giorno con carta e inchiostro, ma secondo voi qual è il senso e il ruolo della stampa in un mondo digitale?
Pensiamo che la stampa continuerà ad avere un suo ruolo nel futuro. L'avvento della fotografia non ha sostituito la pittura, per cui crediamo che certe forme e strumenti di comunicazione non spariscono, ma si trasformano acquisendo un nuovo valore e un nuovo ruolo nel tempo. Negli ultimi anni, nell'ambito della comunicazione, le aziende che continuano a investire nella stampa, sono alla ricerca di un supporto e un prodotto/oggetto che ne rappresenti l'identità in una maniera ben più autentica di quanto possa fare il digitale. Oggi si stampa indubbiamente meno, ma crediamo ci sia un'approccio completamente diverso perché forse di riflesso, riducendosi la stampa di massa, si è sviluppata, una comune sensibilità alla stessa. Il cliente ha molta più scelta tra tipologie di supporti e tecniche, ed è più attento al contenuto che decide di stampare, alla composizione finale del suo “abito”.
Secondo noi, il prodotto stampato contemporaneo e futuro, è un oggetto il cui valore va oltre la stampa in sé, non limitandosi a essere un mero veicolo del messaggio per diventare simbolo distintivo, impregnato di quello stesso messaggio.
Per fare un analogismo, nella comunicazione artistica, il ruolo della stampa è altrettanto cambiato da tecnica di riproduzione d'arte, quindi supporto, a strumento di sperimentazione ed espressione per gli artisti e i creativi. Crediamo che come ogni cosa che nasce da una forma d'arte, non possa diventare obsoleta, ma solo trasformare la propria funzione e così dal catalogo dell'artista si arriva al libro d'artista piuttosto che all'edizione limita autografata.
Durante il primo lookdown, abbiamo fatto un post, alquanto provocatorio in merito, 'what is world without printers?', una riflessione su quanto sarebbero state fredde le strade, le case e limitate le nostre percezioni se l'espressione artistica o l'informazione non fossero più tangibili e definite, ma rinchiusi in qualche cartella o server, senza entrare concretamente, sotto forma di “oggetto/stampa”, nel nostro contesto quotidiano.
Che futuro hanno (se ne hanno uno) i magazine?
Secondo noi, come per la stampa, c'e un futuro anche per i magazine. Possiamo immaginare che se i contenuti più interessanti saranno condivisi facilmente sul web, quelli più ricercati, visionari, curiosi e curati nei minimi dettagli, andranno in stampa con un giustificato coraggio. Insomma, è evidente che l'avvento del digitale determini una certa selezione, dai contenuti, alle quantità, al prodotto destinato alla stampa questo anche per i magazine, ma la realizzazione di un magazine non è solo la composizione di articoli interessanti correlati da belle immagini, per questo pensiamo abbia un futuro. “La rivista” nasce da un concept che viene espresso nel prodotto stesso e in cui il lettore si riconosce, dal layout, al formato fino alla scelta della carta e alle caratteristiche che deve trasmettere la stampa, una serie di emozioni che vengono restituite tramite l'esperienza fisica di cui il digitale è privo.
Immaginiamo che le riviste acquisiranno caratteristiche di stampa sempre più identificative e particolari, di pregio e nobilitazione, a sottolineare il valore della stampa e del prodotto creato e realizzato.