Noble Rot n.34

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Con un nome che richiama la Botrytis Cinerea, la muffa nobile dell'uva che dà vita a vini incredibili, Noble Rot non poteva che essere un'incredibile rivista dedicata a al nettare di Bacco e ai suoi intriganti abbinamenti con il cibo. 

Fondata a Londra nel 2013 da Dan Keeling e Mark Andrew, tra le pagine di questo magazine quadrimestrale si sono consumate le più incredibili sfide culinarie: dal suo lancio ha visto gli chef Pierre Koffmann, Fergus Henderson e Yotam Ottolenghi sfidarsi con Keira Knightley, Caitlin Moran, Brian Eno e Francis Ford Coppola, confondendo i confini tra la gastronomia e le arti creative. 

Dimensioni: 17 x 22,5
Copertina: morbida
Numero di pagine: 118
Lingua: inglese

ISSUE 34
Non ci vuole un antico filosofo greco per riconoscere che più impari sul vino, più sai di non sapere. Ne abbiamo avuto recentemente conferma in un ristorante svizzero, quando ci è stata presentata una lunghissima carta dei vini piena di bottiglie quasi totalmente irriconoscibili. A nostra difesa, il fatto che gli svizzeri (giustamente) si rifiutino di condividere i loro venerabili vini – esportando solo l’1% della loro produzione annuale – significa che gli estranei riescono a malapena a intravedere i loro Fendant, Syrah e Petite Arvines di livello mondiale. Eppure, attraversare le strade tortuose attorno ad alcuni spettacolari vigneti di montagna sia qui, sia nella vicina Savoia giorni prima, ci ha dimostrato indiscutibilmente che i maestri alpini come Marie-Thérèse Chappaz e Domaine des Ardoisières fanno sul serio. In questo numero trovi un focus sui vini alpini svizzeri e francesi.
Inoltre:
- Keira Knightley recensisce un'eclettica selezione di vini, dal 'Doade' Lousas 2021 di Envínate (“è impossibile trovare una persona a cui non piace questo vino”) a Blossom Hill (“Se questo è il sapore dell'estate , siamo tutti fregati").
- Marina O'Loughlin intervista Bill Bailey, tesoro nazionale britannico ed eclettico comico, durante un pranzo al Noble Rot Mayfair.
- Kate Spicer esplora la “teoria della scimmia ubriaca” – ovvero il motivo per cui, come il nostro amico primate, amare il vino è nel nostro DNA – e delinea il profilo di François Chartier, l’Atomic Somm che utilizza la scienza molecolare per migliorare l’abbinamento vino-cibo.
E molto altro ancora...