Viscose Journal n.6

¥6,800

Viscose è un nuovo rivista dedicata alla critica di moda. Lanciato tra Copenaghen e New York nel 2021, con uscite a cadenza irregolare, come nella migliore tradizione indipendente, pubblica scritti critici e progetti di un'ampia gamma di autori del mondo dell'arte, della moda, della letteratura e del mondo accademico. 
Attraverso numeri tematici appositamente modificati, ognuno dei quali reimmagina interamente il formato del magazine, Viscose dà spazio a progetti che sfidano e ampliano le possibilità di ricerca, pratica e critica della moda. A tempo di record, la rivista ha coltivato un pubblico di nicchia in tutto il mondo, rivolgendosi alle comunità intellettuali della moda ovunque, rifiutando la ghettizzazione in qualsiasi disciplina, settore o luogo. 

Founding Editor-in-Chief: Jeppe Ugelvig
Editorial Assistant: Cheuk Ng
Creative Director: Filip Samuel Berg
Art Designer: Laura Silke
Lingua inglese

Dimensioni: 17X24CM

ISSUE 6
Il sesto numero di Viscose Journal si concentra sulla moda come costruita attraverso parole, linguaggio e scrittura. Dai pensieri dei giornalisti di moda e dei critici d'arte al gioco di parole concettuale degli stilisti, il numero approfondisce gli effetti estetici e critici della "scrittura di moda" dentro e fuori le industrie della moda.

Chi scrive di moda è un confidente, un narratore, un creatore di miti; i giornalisti di moda sono evocativi e poetici, usano parole che danno forma alle cose e, a loro volta, sono modellate dalle ultime mode. Dagli spettacoli in salone alle pagine delle riviste di moda, le loro "espressioni possono essere effimere come le mode che descrivono", come Dorothy Hughes ha osservato già nel 1935. I primi scritti di moda hanno svolto un ruolo chiave nella trasformazione degli abiti in moda ogni stagione e nella nascita del sistema moda stesso. Le radici storiche della scrittura di moda, che era una pratica distintamente femminile, sono radicate nella modernizzazione e nella stagionalità della moda industriale. E anche oggi, in un'epoca descritta da molti come guidata dall'immagine, questo rimane vero: su varie piattaforme mediatiche, il linguaggio non solo circonda la moda, ma contribuisce anche alla sua creazione.

La poesia succinta ed effimera della scrittrice di moda gioca ancora, quasi un secolo dopo l'osservazione di Hughes, un ruolo trasformativo nel turnover stagionale della moda, ma il suo ruolo nell'industria di settore rimane seriamente trascurato. La moda investe sostanzialmente nell'aggiornamento stagionale del messaggio visivo che accompagna i suoi beni fisici, ma il linguaggio svolge un supporto altrettanto importante in questo gioco ingegnoso di marketing. In questo contesto industriale che spazia dai comunicati stampa alla produzione di riviste, la scrittura è dedicata alla promozione della moda, dando priorità ai suoi tratti fondamentali di novità, urgenza e complessità semiotica. In questo contesto, la scrittura di moda è un processo di mistificazione, capace di rivelare cose che l'immagine non può. La scrittura di moda, o "moda scritta", come afferma Roland Barthes, è una forma di significato che è allo stesso tempo reale e immaginaria, collegata al capo reale che simboleggia, ma in gran parte libera dalla sua materialità. 

 Questo numero di Viscose mira a esplorare la scrittura come strumento per dare forma alla moda e ad ampliarne le prospettive presentando un'indagine di approcci sperimentali, fittizi e poetici alla scrittura di moda. In questo campo espanso della scrittura, "moda" si dispiega come un fenomeno onnipresente ed epistemologicamente complesso della vita quotidiana pertinente a tutti.