Lampoon n.30

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Moda, arte, design, ricerca estetica, cultura, sostenibilità. Sono questi i pilastri li Lampoon, la rivista italiana fondata nel 2014 da Carlo Mazzoni.
"La parola Lampoon mi è comparsa davanti agli occhi leggendo un libro di Orson Welles – si parlava di The Harvard Lampoon: in inglese, Lampoon significa magazine – magazine ironico, pungente. Un magazine prodotto nelle università capace di dar voce a feroci, veloci, studenti Ivy League. Sono sempre stato affascinato da quel mondo di cervelli, amore e sudore – e così ho scritto nei miei appunti: The Fashionable Lampoon. Snob & Pop – è il DNA di Lampoon. Mescolare l’alto e il basso, l’aristocratico con il commerciale. Ogni epoca di gloria per l’economia e il costume brillava di questo mix: la moda era stupenda quando Lady Diana usciva con Elton John".
Carlo Mazzoni, Editor in Chief

Pagine: 432
softcover
Dimensioni: 24×32 cm
Lingua: inglese 

ISSUE 30 - RAW / RATIO THE RAW ISSUE

Con il traguardo del 30º numero, Lampoon ritorna alle sue fondamenta. Il termine Lampoon richiama il mordente e la satira, bandendo parole come “importante” e “fondamentale” per lasciare spazio a storie non filtrate, capaci di comunicare il loro peso autonomamente. La fotografia rimane fedele alla sua grana naturale, mettendo in risalto ogni imperfezione. La rivista adotta una visione della cultura come sostenibilità, dell’arte come rispetto e della trasparenza come unica alternativa possibile al greenwashing.

All'interno del numero:
Michèle Lamy dice: "Mi sveglio senza sapere in che storia mi trovo" – tutto ruota intorno al caos, alla creatività, a Los Angeles e a Rick Owens; un approfondimento su Elmgreen & Dragset e la loro trasformazione giocosa di una galleria d'arte; una conversazione con Martino Gamper su ruvidità, rocce e angoli.

Tra le numerose fotografie: Stevie e Mada catturano l’essenza della Florida ritraendo i suoi personaggi eclettici; la leggendaria modella iconica Amanda Murphy viene immortalata da Stini Röhrs; Georgia Palmer è ritratta da Alice Rosati; alcune Spectral Displays sono narrate da Guy Bolongaro; una recensione di Chanel diventa il terreno di gioco per Isabelle Wenzel e molto altro.