Raccontare la Sicilia senza cadere nei luoghi comuni non è semplice. Che si tratti di esaltarne le sue bellezze o di rivangare gli aspetti che ne infangano nome e storie, quando si parla di Sicilia fare stereotipate associazioni mentali è fin troppo semplice. Ma ragionare per stereotipi significa restare sulla superficie delle cose e noi, abituati a leggere magazine di nicchia, tendiamo ad evitare semplificazione per sposare uno sguardo sul mondo più profondo e approfondito. 

Suq, la rivista che abbiamo selezionato per il Secret Mag Club di Aprile, ci dimostra che un’altra prospettiva della Sicilia (e dei magazine territoriali!) è possibile. A metà tra un magazine e un photobook, Suq. Unconventional Sicily, ci narra una terra che sembra aliena per quanto è distante dal luogo-comune-sicilia che abbiamo nella nostra mente. Nato nel 2017 da un gruppo di creativi e viaggiatori che un giorno ha deciso di iniziare a esplorare il patrimonio non convenzionale dell’isola, tra le sue pagine troviamo “bellezza, territorio, cultura. Gli elementi tangibili e intangibili, i simboli, le storie, i contrati, i sogni, le speranze. Scaviamo nel sottosuolo perché ci interessa ciò che è inesplorato, sotterraneo, zona d’ombra. Lo sguardo sulla diversità e sull’autentico”, come ci raccontano i suoi founder.
Ma non aspettatevi il classico magazine territoriale, quello che non troverete tra le pagine di Suq è la Sicilia delle vacanze e del turismo, i consigli su cosa fare e dove mangiare, le città barocche e quelle normanne. 
Suq magazine

Place to be e travel tips, per dirla con un linguaggio tanto in voga quanto povero, lasciano il posto all’insolito e all’emozione. Succede così, ad esempio, che gli scheletri delle case fantasma di Pizzo Sella, macchia nera di speculazione edilizia su una paradisiaca Palermo, ci vengono mostrate, se non appena accennate, mentre si parla di slacklining e di funamboli che abitano il cielo sospeso tra le vette palermitane, o che la visita ad una “mostruosa” Grotta Monello diventi pretesto per ricordarci quanto dannosa può essere la presenza dell’uomo.
Suq magazine
Non a casa questo sesto numero di Suq si apre proprio con un testo di Leonardo Caffo che ci ricorda quanto parlare di antropocene sia fuorviante perché “il pianeta, dell’umanità, se ne frega”, esisteva senza di noi e continuerà ad esistere anche quando la Sicilia sarà deserto e acqua salata.

Andiamo poi a visitare un’azienda di permacultura a Paternò per ritrovarci proiettati in un habitat che è Sicilia, ma potrebbe essere Brasile o Cambogia: Saja si chiama, come il canale d’irrigazione che alimenta il terreno, una parola che dall’arabo significa fluire, a promemoria che anche quando non ci saremo il canale – e la vita - continuerà a scorrere.

Suq magazine

Suq magazine

Il numero si chiude con la visita ad una vecchia tipografia di Catania che un tempo stampava i tarocchi siciliani che, si scopre, più che per leggere il futuro vengono usati come carte da gioco, come se il futuro in questo angolo di terra fosse già scritto, segnato, immutabile.

A fine lettura, questo numero di Suq lascia una sensazione di impotenza di fronte alla maestosità della natura, ma soprattutto lascia la voglia viscerale di visitare una Sicilia che appare esotica e meravigliosa ai nostri occhi, complici le parole e le poetiche fotografie che accompagnano i testi.

Questo magazine, non convenzionale sotto tanti punti di vista, ci dimostra anche che è possibile fare una rivista territoriale che sia al tempo stesso universale, perché tali sono gli argomenti che emergono tra le sue pagine. Insomma, Suq è un esempio concreto e originale che consigliamo di seguire ai tanti che si approcciano a raccontare su carta il proprio territorio e noi lo amiamo anche per le parole che ci lasciano nel loro manifesto:

Continuiamo a scommettere sulla carta per recuperare la qualità perduta delle cose fisiche che profumano di verità”.

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30 de abril de 2022 — Anna Frabotta

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