Samir Husni, meglio conosciuto come Mr. Magazine, in una recente intervista ha dichiarato che finché ci saranno persone interessate a condividere attraverso il magazine la propria passione, finché ci saranno idee e, soprattutto, finché qualcuno farà riviste per le persone (e pagate dalle persone anziché dagli inserzionisti), esisteranno i magazine.
Quanto ho letto l’intervista, che potete trovare qui, oltre a non poter fare a mano di condividerne ogni singolo passaggio, non ho potuto fare a meno di pensare a riviste come Market Cafe, uniche nel loro genere e guidate da una profonda passione personale. 

Market Cafe, che abbiamo selezionate per il nostro Secret Mag Club di maggio, è l’unico magazine indipendente dedicato al mondo della data visualization, argomento tanto specifico quanto (apparentemente?) ostico. 
Fondata da un duo di information designer italiani di base a Londra, Tiziana Alocci e Piero Zagami, questa zine dal piccolo formato e dall’animo underground ci racconta il mondo dei dati rendendoli comprensibili, e belli da guardare, anche ai non addetti ai lavori. 
Tra le sue pagine, stampate in bicromia e rilegate a file singer (l’influenza fanzinara è evidente), si alternano information designer e artisti, per raccontarci un tema diverso per ogni edizione, ma sempre e rigorosamente a partire da numeri e infografiche.


Dopo aver parlato di umanesimo, cartografia, tempo, fake news, attivismo e cibo (eh sì, con i dati si può parlare anche di cibo), il settimo numero di Market cafe ci racconta i dati fuori dagli schermi. 
Il numero si apre con una cover che richiama il famoso gioco in cui bisogna unire i puntini numerati per scoprire l’immagine che vi si nasconde dietro (se qualcuno con la propria copia si è cimentato nell’unire i puntini, ci mandi una foto del risultato!), per accompagnarci in un viaggio verde acido in un mondo reale e decisamente off line fatto di installazioni artistiche, performance, sculture e luci che hanno tutte come comun denominatore il mondo dei dati: 
“I dati finalmente si allontanano dagli schermi dei nostri dispositivi - scrivono Tiziana e Piero nel loro editoriale - per invadere strade, piazze, musei e teatri” e magazine, aggiungerei io.  


Il viaggio inizia con un’intervista lunga e approfondita a Rachel Ara, artista concettuale e informatica (non per scelta), che con le sue provocatorie installazioni esplora le relazioni tra questioni di genere, tecnologie e sistemi di potere, ricordandoci che qualsiasi cosa è un insieme di dati. 
Conosciamo poi Shadi El Hajj che ci parla di crypto-art e filosofia e ci accompagna nel suo suggestivo regno in cui gli antichi miti si convertono in visioni guidate da particelle e l’antropologia  si fonde con la tecnologia. 
L’artista tedesco Daan Roosegaarde crea con la luce opere incredibili e dall’alto impatto sociale, con cui invita a riflettere sul rapporto tra persone, nuove tecnologie e spazio, mentre la data artist Nathalie Miebacht racconta il cambiamento climatico traducendo i dati scientifici su uragani, inondazioni e altri fenomeni atmosferici, in opere d’arte tridimensionali o in spartiti musicali (suonati live da un orchestra).
Troviamo poi una lunga conversazione con il matematico, data scientist e inventore Santiago Ortis che racconta come guardare i dati è come prendere lsd e vedere il mondo per quello com’è, senza mettere etichette sulle cose. 
Questo viaggio nel mondo fisico dei dati, si chiude con il lavoro dell’artista e programmatrice Saaskia Freeke che con la sua installazione SCROLLLLL riflette sull’uso quotidiano che facciamo della tecnologia per comunicare.

In definitiva, quest’ultimo numero di Market Cafe, che trovate QUI, è un invito a uscire dalla nostra comfort zone, spegnere smartphone e computer, e provare a immergerci nel mondo reale, un dato alla volta.

29 maggio 2022 — Anna Frabotta

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