Maize: la natura umana in balia del desiderio
Le persone mentono per apparire brave. Mentono agli amici, ai parenti, ai capi, ai dottori ma soprattutto a se stesse. L’unico luogo immune dalle bugie è quello dei motori di ricerca, dove, oltre a insicurezze e paure latenti, si celano i desideri inespressi degli utenti. E’ proprio attraverso questi confessionali moderni che siamo in grado di rispondere a domande come “in che modo l’abbigliamento influisce nella costruzione dell'identità dei giovani?", “dove e con chi preferiscono incontrarsi le persone che vivono in città?” oppure “quali sono le fantasie sessuali più diffuse tra le donne?”.
L’ultimo numero Maize ci porta a riflettere su quello che è il motore principe della nostra evoluzione e che ci accompagna sin dall’alba dei tempi caratterizzandoci come esseri umani. Stiamo parlando del desiderio, ovvero il ponte tra chi siamo e chi vorremmo essere, quella tensione, rivolta verso una mancanza fisica o astratta, che ci spinge ad esplorare, creare e andare verso l’ignoto per colmarla. La rivista ripercorre la storia del desiderio, dai bisogni fisiologici a quelli più astratti, e si rivolge a chi è curioso di indagare la natura umana spaziando dalla tecnologia alla filosofia, dall’arte all’urbanistica.
Gli occhi più attenti avranno già notato un leggero restyling della copertina che, oltre a risultare molto pulita e raffinata a livello estetico, presenta il nuovo sottotitolo “Frame from the manyworld” preannunciando aria di rinnovo. Questo quattordicesimo numero di Maize segna infatti, con una riduzione del formato, un cambiamento a livello formale, mentre a livello di contenuti esplora una moltitudine di temi contemporanei inseriti nella realtà complessa e ingarbugliata che è il manyworld. Noi abbiamo amato entrambe le cover di questo numero e facciamo davvero fatica a scegliere tra i due scatti di Martina Matencio che celebrano il desiderio carnale e l’amore erotico.
Solitamente associamo il concetto di desiderio all’eros, ma Maize non si limita ad affrontare il tema confinandolo all’interno della sfera sessuale e romantica, bensì lo sviscera sotto più punti di vista. All’interno troviamo interessanti spunti di riflessione: si parla del desiderio collettivo di diventare una specie multiplanetaria prendendo Marte come prima tappa, del forte desiderio di libertà ed emancipazione che le donne iraniane manifestano ormai da un anno, di quanto i nostri desideri, che spesso si rivelano più capricci, siano sostenibili in un’ottica globale.
Insomma all’interno di questo numero di Maize troverete interviste, saggi e racconti affiancati da fotografie e illustrazioni perfettamente in linea con la narrazione che fanno della rivista un bell’oggetto da sfogliare, oltre che un concentrato di cultura.
Se senti forte il desiderio di immergerti tra le pagine di Maize trovi QUI l’ultimo numero.