Era febbraio 2019, un mondo fa in pratica, quando ho incontrato a Roma le fondatrici di Eki che, tra una chiacchiera e uno spritz, mi raccontarono del progetto a cui stavano lavorando: un magazine dedicato alla luce in tutte le sue sfaccettature. Ovviamente il parallelo con The light observer, quando si parla di magazine e di luce, è abbastanza immediato, ma bisogna ammettere che in Eki la luce non è solo un pretesto per parla di arte, è proprio il focus principale che scorre tra le pagine a partire dalla fustella della cover.

Eki nasce da un gruppo di 5 studentesse ed ex studentesse del corso di direzione della fotografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: Camilla Cattabriga, Claudia Sicuranza, Eleonora Contessi (che fanno attualmente parte della redazione) e Maria Chiara Morolli e Arianna Pucci. Una volta strutturata la rivista, alle co fondatrici si sono aggiunti nuovi elementi fino ad arrivare a una redazione completa. 
Abbiamo chiesto alle sue fondatrici di raccontarci qualche curiosità su questa rivista, il cui numero 00 è già alla sua prima ristampa.

Come descrivereste Eki a chi non vi conosce?
EKI è un magazine indipendente d’arte, per chi ama la luce, ne trae ispirazione, la studia o semplicemente la osserva. È uno spazio di condivisione, confronto e arricchimento  tra i diversi approcci tecnici e creativi legati alla luce. Accoglie artisti affermati ed emergenti provenienti da tutto il mondo. Eki affronta la LUCE non solo come strumento ma anche come soggetto artistico in sé.

Indagate la luce attraverso interviste e lavori di artisti che con la luce lavorano ogni giorno, ma com'è nata l'idea, ma soprattutto l'interesse per questo argomento?
In quanto fotografe e direttrici della fotografia, per i nostri studi e lavori è necessario fare una ricerca costante per avere sempre nuovi stimoli su come utilizzare la luce e sulla sue infinite possibilità emotive e narrative.  Confrontandoci su queste ricerche e coltivando un amore comune per la carta è nata l’idea di mettere insieme tutte queste informazioni in un oggetto che potesse essere condiviso con altre persone con il nostro stesso interesse. 
D’altra parte nell’arte è ben noto che la luce svolge un ruolo fondamentale, rende possibile la percezione tridimensionale con le ombre, attribuisce qualità alle superfici. La Luce ci condiziona emotivamente, durante un film, ma anche nella vita di tutti i giorni… la luce del sole o l’illuminazione di una piazza. È un elemento estremamente affascinante dalle mille potenzialità e utilizzi che spesso diamo per scontato. La Luce è vita è energia pura. Piena di infiniti simbolismi.

Come avete selezionato gli artisti ospiti nelle pagine di questo numero zero?
Il numero 00  lo consideriamo come copia pilota, per metterci alla prova e per vedere se l’idea funziona e viene accolta con curiosità. Abbiamo scelto di rimanere sul tema luce generica, i prossimi numeri però analizzeranno aspetti più specifici di questo strumento, per esempio il prossimo numero tratterà di luce notturna. Dopo la scelta di rimanere sul tema della luce in senso ampio, abbiamo fatto un lungo brainstorming sui vari aspetti che volevamo affrontare e in base a questi abbiamo scelto gli artisti che secondo noi erano più adatti per sviscerarli al meglio.
Abbiamo subito puntato a grandi nomi, contattando persone che per noi sono dei punti di riferimento. 
Inoltre, pensiamo che il mondo del cinema, come tanti altri, è sempre stato dominato principalmente da uomini. Abbiamo quindi deciso di impegnarci affinché Eki non escluda mai artiste donne, per garantire visibilità e supporto alle colleghe che sanno creare e costruire narrazioni artistiche significative.

Ho visto che la rivista è già sold out sul vostro sito (complimenti!), state lavorando già al prossimo numero o uscirà una ristampa?
Uscirà una ristampa dello 0, perché ci dispiace che molte persone che ci tenevano ad averlo non sono riuscite a prenderlo in tempo. Ma nel frattempo stiamo già lavorando sodo al numero 1. 

Un magazine cartaceo anziché una meno rischiosa (economicamente) piattaforma web. Perché questa scelta?
Effettivamente può sembrare una scelta un po’ anacronistica far nascere un prodotto cartaceo di questi tempi. Stiamo vivendo in un mondo sempre più veloce, dove il tempo di creazione, fruizione e diffusione dell’oggetto materiale è diminuito.  Noi abbiamo sentito l’esigenza di rallentare, e pensiamo che sarà un'esigenza sempre più condivisa. Vogliamo che Eki inviti ad un momento di riflessione, un ritorno alla fisicità e ai gusti sensoriali, come può essere il tatto sulla pagina, l’odore di una rivista. Ci piace l’idea che sia un oggetto da fruire lentamente, con attenzione.
Anche solo mettere insieme i contenuti per realizzare questo tipo di progetto editoriale richiede molto tempo. Abbiamo scelto di uscire ogni sei mesi per prenderci il giusto tempo anche per concentrarci sulla ricerca, la sperimentazione e l’approfondimento. E ci teniamo che sia anche un bell'oggetto fisico e materiale da custodire e collezionare. La copertina dello 00 è metallizzata oro, con il logo fustellato da cui passa la luce. Oltre alle riflessioni sulla luce Eki stimola anche a giocare con essa, e solo un oggetto fisico può farlo. Ad esempio all’interno della rivista abbiamo inserito un foglio di gelatina. 

Che programmi ci sono nel futuro di Eki?
Ci divertiamo a pensare agli infiniti sottotemi della luce che possiamo affrontare nei prossimi numeri e non vediamo l’ora che questo accada. Inoltre abbiamo apportato già delle modifiche al prossimo numero rispetto al primo, inserendo un numero maggiore di contenuti. Eki vuole essere uno spunto creativo e perciò non parlerà solo di arte ma spazierà in tutti gli argomenti inerenti al tema che possono essere stimolanti per un target di artisti o curiosi.
Ci piacerebbe organizzare (in un futuro non troppo lontano) eventi/feste a tema dove tutti sono invitati ad essere il più luminosi possibili, pieni di installazioni e performance. Per poter regalare un'esperienza luminosa dal vivo.

E che futuro ha, se ne vedete uno, l'editoria periodica? 
Come dicevamo prima abbiamo creato Eki dandogli la forma di un oggetto cartaceo perchè abbiamo sentito l’esigenza di rallentare, e anche da come è stato accolto ci sembra che questa esigenza sia sempre più condivisa. Più che un ritorno alla carta ci sembra un vero e proprio momento di rinascita dell’editoria, una rinascita di una cultura slow dove l’esigenza di rilassatezza e di digestione lenta dei contenuti si fa sempre più viva. Dov'è più importante il contenuto rispetto all’essere fruito in tempo reale.

 

04 luglio 2021 — Anna Frabotta

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