C'è chi i magazine li tratta con delicatezza, sfiorando le pagine dei più rari con i guanti bianchi, perdendosi nel loro profumo e nella loro immacolata perfezione fatta di carta, colla e inchiostro. Noi facciamo parte di questa categorie che è la categoria quelli che soffrono quando vedono una minuscola piegolina sulla copertina di una magazine, un graffio appena percepito da occhio umano su un dorso o uno strappo accidentale su una pagina. 
Poi ci sono gli altri, impavidi artisti del collage in grado di far nascere qualcosa di nuovo da ogni pagina o foto gli capiti a tiro, muniti di forbici, taglierini e colla. 

Purpurri l'ho incrociato su instagram quando un giorno ha postato un video in cui mostrava uno dei suoi collage. Aveva "osato" tagliare uno delle foto vintage che invio con i miei pacchetti suscitando in me due sentimenti contrastanti: ammirazione e invidia (di quella positiva e stimolante). 
Iniziare a collaborare è stata una naturale conseguenza e adesso sapete perchè per un paio di mesi nei vostri pacchi avete trovate un poster che vi lanciava una sfida: creare il vostro collage (potete scaricarlo gratuitamente qui). 

Ma esattamente chi si nasconde dietro Purpurri? Lo abbiamo intervistato per farci raccontare tutti i segreti del suo lavoro. Classe ‘89, co-fondatore e art direcotor di Attico Rossini Agency, Purpurri è lo pseudonimo di Fabio Schiano.

Purpurri

Presentati
"Ho trasformato la mia passione per il collezionismo di riviste in una comunicazione eclettica e visivamente emozionante, pensata per giovani appassionati di arte e cultura. Pazienza e creatività. Sono queste le parole per descrivere il percorso che mi ha portato alla creazione di questo progetto…. C’è voluto tempo per trovare l'idea giusta, e 2 anni sono stati il giusto periodo per maturarla. La maggior parte delle persone vorrebbero creare oggetti/prodotti in tempi record. Per me invece è un processo naturale e continuo, che implica capire cos’è importante e prendermi il tempo di realizzarlo mentalmente. Nel mio caso il risultato è un insieme di oggetti vecchi e nuovi, tutti con una storia".

Quando e come ti sei avvicinato alla tecnica del collage?
Faccio un passo indietro. Ho 32 anni ed esco da studi di grafica pubblicitaria, ma già a quindici mi “ritagliavo del tempo” andando tutte le sere dopo scuola a lavorare in uno studio di grafica per apprendere più velocemente tutto su quello che era un Brand e l’identità. In quel periodo usavo spesso il treno e avevo l’abitudine di prendere in mano le riviste sui sedili. Le sfogliavo e mi domandavo come fossero state realizzate quelle immagini. Insomma, quello che era un percorso sul treno, è stato un percorso che mi ha portato sin qui, alla nascita di Purpurri – uno stufato di carta. Ero ricordato da amici e compagni come quello che sfogliava le riviste, per me era semplicemente il gusto della carta al tatto, a piacermi. È così che ho iniziato a pormi delle domande del tipo “da chi viene stampato” o “chi ha realizzato il servizio fotografico”, e così via.

Quali sono le fonti di ispirazioni che stimolano la tua produzione artistica?
Quel che distingue Purpurri è la volontà di raccontare storie attraverso collaborazioni con realtà anche “lontane”. Questo per me diventa un modo di mettere in atto un "potpourri" di idee culturali capaci di legare nuovi progetti, dalla musica all’editoria, dalla progettazione grafica al design. Purpurri non è solo un pezzo di carta ma una filosofia di vita. È da qui che nascono le mie ispirazioni.

Che influenza ha avuto il lockdown sulla nascita del progetto e sulla tua creatività in generale?
Nel periodo del lockdown, come dicevo prima, lavoravo da casa. Una mattina presto, verso le 7, sono uscito per prendere il giornale. Era Il Sole 24 Ore e sfogliandolo, ho visto quelle strisce rosse. In gergo lo definisco super-segno, diventa un modo per essere riconoscibili. Dopo aver visto queste strisce rosse, le ho ritagliate e appoggiate sul tavolo. Le ho lasciate lì per qualche giorno e nel frattempo sono ritornato a sfogliare le riviste, come facevo allora in treno. E da lì, potete immaginare, mi sono domandato perché non creare qualcosa con la carta che potesse impegnarmi creativamente? Ecco che influenza ha avuto il primo lockdown.

Noi siamo dei puristi della carta e la sola idea di avvicinare le forbici o il taglierino a una rivista ci fa rabbrividire, ma i tuoi lavori riescono davvero a trasformare dei semplici ritagli di giornale in messaggi ben precisi, storie ed emozioni. Raccontaci come nasce un tuo poster, dall’idea alla pratica (inclusi gli strumenti del “mestiere”)
Le riviste per me non sono solo immagini o pezzi di carta. Purpurri, nato come valvola di sfogo e stimolo creativo, è in realtà un’occasione e un gioco per solleticare la capacità narrativa di tutti noi. Ammetto che spesso e volentieri non riesco a tagliare tutte le riviste, ma quando arriva l’idea giusta creo dei mix unici che a volte mi portano a mettere in discussone anche quella bella rivista di settore. Non c’è una regola, è immaginazione e emozione allo stato puro. Tutto è contaminazione, anche un piatto con delle fette biscottate mentre faccio colazione. Essere un Collage Artist può sembrare banale, ma in realtà non lo è per niente! Con la carta ho la capacità di accostare dei ritagli o dei semplici strappi da riviste e giornali e creare scenari astratti o reali mantenendo un equilibrio cromatico o tematico che risulti eccezionale. In realtà non c’è un percorso artistico formativo, se non l'esperienza che ho maturato negli anni. Quello che mi interessa è invitare tutte le persone a interpretare con il proprio sentire. Non ho avuto artisti che mi hanno ispirato particolarmente. Mi bastano le mie strisce rosse.

 

 

23 maggio 2021 — Anna Frabotta

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