Spike art magazine n.75
426 kr
Curata dall'artista Rita Vitorelli, Spike è una rivista d'arte contemporanea, una piattaforma online e uno spazio per eventi.
Il magazine ha lo scopo di sostenere una critica d'arte indipendente e significativa. Saggi di importanti critici e curatori sono integrati da interviste e approfondimenti che offrono spazio per polemiche, meditazioni e brevi risposte a domande urgenti.
Pubblicato quattro volte l'anno, Spike offre ai suoi lettori sia intimità che immediatezza attraverso un approccio editoriale insolitamente aperto che non teme polemiche e provocazioni.
ISSUE 75 - The Museum Issue
Spike #75 celebra il museo in tutta la sua gloria soffocante, disordinata, appariscente, d'altri tempi, come una casa lontano da casa, l'indirizzo del conforto e dello stupore. Sentiamo il pesante carico che sopporta dopo secoli al di sopra della mischia - per decolonizzare le collezioni e sostenere la giustizia, per fare da sfondo a potlatch locali e servizi fotografici globali, per fare tutto questo di più con meno - e lo adoriamo per non sembrare peggio per l'usura.
Questo numero è un libro degli ospiti da sfogliare a penombra, da ricordare tra tutte le petizioni al dovere di ciò che il museo è già: uno scrigno dei nostri simboli e delle storie per cui mutano; un ostinato segno di bellezza in mezzo a tutto sta diventando più liscio; un'agorà, un obiettivo e un retaggio di un divenire senza tempo. Se è una penombra dell'alba, lascia che sia un nuovo capitolo; e se crepuscolo, allora un elogio a più voci.
Il magazine ha lo scopo di sostenere una critica d'arte indipendente e significativa. Saggi di importanti critici e curatori sono integrati da interviste e approfondimenti che offrono spazio per polemiche, meditazioni e brevi risposte a domande urgenti.
Pubblicato quattro volte l'anno, Spike offre ai suoi lettori sia intimità che immediatezza attraverso un approccio editoriale insolitamente aperto che non teme polemiche e provocazioni.
ISSUE 75 - The Museum Issue
Spike #75 celebra il museo in tutta la sua gloria soffocante, disordinata, appariscente, d'altri tempi, come una casa lontano da casa, l'indirizzo del conforto e dello stupore. Sentiamo il pesante carico che sopporta dopo secoli al di sopra della mischia - per decolonizzare le collezioni e sostenere la giustizia, per fare da sfondo a potlatch locali e servizi fotografici globali, per fare tutto questo di più con meno - e lo adoriamo per non sembrare peggio per l'usura.
Questo numero è un libro degli ospiti da sfogliare a penombra, da ricordare tra tutte le petizioni al dovere di ciò che il museo è già: uno scrigno dei nostri simboli e delle storie per cui mutano; un ostinato segno di bellezza in mezzo a tutto sta diventando più liscio; un'agorà, un obiettivo e un retaggio di un divenire senza tempo. Se è una penombra dell'alba, lascia che sia un nuovo capitolo; e se crepuscolo, allora un elogio a più voci.