Hube n.1
“Nuove estetiche, nuove identità, nuove tecnologie...”
Hube (che prende il nome dalla crasi delle parole "umano" e "essere") è un nuovo magazine indipendente nato con lo scopo di esplorare il mondo che ci circonda attraverso le lenti dell'arte, della filosofia, del design, della moda e altro ancora. È un concentrato della cultura visiva com'è adesso e come potrebbe essere nei prossimi decenni. Si tratta di una rivista ampia e corposa, che offre uno spazio interdisciplinare interessante e provocatorio per incoraggiare il pensiero progressista e la sperimentazione intorno all'arte e alla tecnologia.
Human being. hube.
ISSUE 1
Il primissimo numero di 'Hube' inizia con una conversazione tra Ira Solomatina e lo stilista, innovatore, curatore e Head of Fashion presso la Royal Academy of Fine Arts Antwerp, Walter Van Beirendonck, che condivide i suoi pensieri su genere e mascolinità, l'equilibrio tra digitale e fisico e dove pensa che la moda sia diretta: “abbiamo bisogno di occhi nuovi per vedere il futuro”.
Aki Ishida si chiede se l'architettura nel metaverso possa essere genuina quanto l'architettura nel mondo fisico. Patrik Schumacher di Zaha Hadid Architects risponde affermativamente. Per lui, il metaverso "non è un gioco di intrattenimento o una fuga fantastica dalla realtà sociale, ma uno spazio funzionale per la comunicazione, lo scambio di informazioni e la collaborazione".
Il duo londinese di design Auroboros immagina la moda digitale come parte di un futuro utopico. Affascinati dalla teoria del magnetismo animale, ideata dal controverso medico tedesco del XVIII secolo Franz Mesmer, disegnano capi digitali che sembrano quasi vivere.
Dal mondo digitale, "hube" ritorna al mondo fisico immergendosi nella vibrante scena creativa della Nigeria, dove il fotografo Stephen Tayo e la fashion director di hube Gabriella Norberg hanno catturato l'energia artistica dell'Africa attraverso designer e talenti locali.
Creatori che vivono in nuove dimensioni, ispirati dal passato e che ispirano il futuro, connettono l'umanità al futuro, permettendoci di rimanere umani.