Nel Secret Mag Club di Marzo 2021 abbiamo scelto di impegnrci e fare arrivare ad abbonati e abbonate un magazine che parla di Europa.
Nato a Bruxelles nel 2016 dall'idea di 4 amici, Are We Europe ha lo scopo di raccontare il nostro continente con le parole, gli sguardi e soprattutto le vicende dei popoli che lo rappresentano, accantonando la logica istituzionale e burocratica con la quale il concetto di Europa viene spesso incanalato dai media più diffusi. 

All'interno dei pacchi Frab's sono arrivati il numero 7 o il numero 9. Il primo legato ad una tematica di stringente attualità come il controllo della pandemia e il modo in cui i diversi stati l'hanno gestita, il secondo invece di più ampio respiro sul tema del colonialismo.
Non entreremo nel merito delle singole edizioni, che potete consultare nella pagina della rivista, quanto piuttosto nella scelta di sterzare dopo alcuni mesi in cui abbiamo viaggiato con Urbarïum e incontrato la fotografia con Yogurt Magazine, andando a parlare di giornalismo politico.

L'idea alla base di Are We Europe non potrebbe concretizzarsi e durare nel tempo se non con una fantastica capacità di esecuzione. Perché una cosa è certa: di blog europeisti, di fan dell'Europa che cercano di raccontare, talvolta mitizzandolo, il nostro continente, è pieno il web e spesso anche la carta stampata. La realtà è più complicata da raccontare. E la realtà è un'Europa composta da popoli diversi che nei secoli hanno forgiato la loro identità e a più riprese sono stati costretti ad amalgamarsi o lasciarsi, trovandosi ora di fronte un nuovo periodo di divisione e dissesto della propria integrità.

Prima della pandemia abbiamo vissuto anni in cui gli strumenti per realizzare anche da un punto di vista pratico quell'Unione, che da un punto di vista politico si era già concretizzata decenni prima, non sembravano mancare. Niente controlli alle frontiere, aerei veloci ed economici, una moneta unica forte che hanno dato l'idea o l'illusione a una generazione che quell'integrazione potesse essersi realmente compiuta. 
Poi è arrivata la Brexit e lo shock pandemico che conosciamo, ed è molto probabile che una ripresa di quella stessa vitalità e sinergia tra paesi fatichi a riprendere in breve tempo gli stessi ritmi. 

Are we Europe ha un taglio prettamente giornalistico nei suoi approfondimenti, e con sufficiente laicità politica tocca perfettamente il punto: sono e saranno i popoli a fare o disfare l'Europa. Sarà un'amalgama di culture a deciderne le sorti, culture che nelle pagine di questo magazine viene raccontata con il preciso intento di fare emergere tratti comuni e visioni distintive.
Are We Europe non si sbilancia, ma racconta e ci fa interrogare. Entrando nella storia e nella quotidianità di un popolo, incontrando le sue persone, descrivendo le conseguenze pratiche e umane di quelle che vengono spesso mitizzate come scelte politiche di qualche leader illuminato. 

C'è bisogno di riviste così che, utilizzando un rigore giornalistico e una linea editoriale sempre coerente a sé stessa, hanno il compito di spostare il focus, di cambiare il punto di vista. Il carattere di indipendenza in questo caso è necessario per mantenere un elemento sacro: la coerenza.

Il modo che Are We Europe ha di raccontare l'Europa non è quello del giornalismo d'inchiesta che deve fare audience, né tantomeno quello da cinegiornale che deve raccontare solo i grandi fatti politici. La rivista si taglia un ruolo tutto suo, adatto ad essere accolto e letto con passione da chi ha interesse a capire come il giornalismo possa avere forme diverse di raccontarci le cose rispetto a quello che conosciamo. 

 

Sai cos c'era nei Secret Mag Club dei mesi scorsi?

 

29 marzo 2021 — Dario Gaspari

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