Il Calendario dell’Avvento di Frab’s: #1 Blumenhaus
Elegante, maestosa e al tempo stesso delicata, di una bellezza quasi fragile, antica. Blumenhaus è una rivista francese che al suo secondo numero ha già conquistato il cuore di lettrici e lettori di mezzo mondo, tanto che noi di Frab’s siamo stati letteralmente inondati dalle vostre richieste su quello non fatichiamo a consideriamo uno dei migliori magazine usciti nel 2021.
Felici, dunque, di inaugurare questo speciale calendario dell’avvento con una rivista che arriva giusto in tempo per festeggiare il Natale con noi, un magazine che ha un compito importante, essenziale anche se non ce ne eravamo mai resǝ conto prima: studiare le relazione tra arte, moda e botanica. Minimo comun denominatore? La bellezza ovviamente, che si traduce in buon gusto e quindi in buon senso che, di questi tempi, non guasta mai e va sempre allenato.
Ad accoglierci in questo secondo numero ancora tanto verde che va a incorniciare il volto di una ragazza e un fiore fuori fuoco nel meraviglioso scatto di Zoé Kovac, scelto come foto di copertina. L’illustrazione sul retro è della bravissima Marina Siero e il dorso, sì, poprio il dorso che da solo vale tutta la rivista, viene da un pattern ideato dall’indiana Namasté Fabric.
Fermarsi alla copertine potrebbe essere sufficiente, soprattutto se il vostro scopo è usare alla lettera questo coffe table magazine e lasciarlo lì, su una superficie del vostro salotto a far invidia agli ospiti, ma sarebbe un vero peccato non addentrarsi nei suoi interni che, oltre ad essere di una grazia sublime, sono anche particolarmente interessanti e ci portano a scoprire culture a angoli del mondo diversi seguendo il filo rosso di uno o cento fiori.
Insieme a Josh Taylor scopriamo l’essenza dei giardini inglesi e l’ossessione per il giardinaggio, considerato un atto di immaginazione e ribellione, di gioia e gentilezza, un modo per stimolare la propria curiosità e contribuire a rendere il mondo un posto migliore. Vi assicuro che dopo aver letto le sue parole, non guarderete più un giardino allo stesso modo.
Incontriamo l’artista e ceramista Polly Fern e ci perdiamo negli scatti del progetto Soft Drama di Tim Van Der Most, che con sguardo da tassidermista, crea con i fiori nature morte che sembrano studi anatomici.
C’è poi la storia del delicatissimo e incantevole album di Anna Atkins, un documento datato 1850 che è molto più di un reperto scientifico e che potrebbe far venire voglia anche a voi di raccogliere e documentare piante e fiori.
Tra le pagine di Blumenhaus, tra foto di moda e illustrazioni e arte, trovate anche consigli e qualche guida pratica, come quella per realizzare splendidi mazzi di fiori secchi o quella che ci immerge nella cultura giapponese dell’Ikebana. Per non farci mancare niente, c’è anche il design d’interni, che pizzico che basta per farvi sognare da qui all’eternità di vivere in una casa arredata da Luke Edward Hall.
Forse però l’articolo che ho apprezzato di più, è il reportage fotografico di Pia Riverola tra i mercati di fiori Giamaicani. L’ho amato per l’autenticità e anche perché i mercati, quelli dei fiori, ma anche quelli della frutta e del cibo in generale, parlano sempre tantissimo della cultura di un luogo, provare per credere.
Ancora una volta Isabelle Laydier Kristensen e Camille Gressier, founder della rivista, ci riempiono gli occhi con 192 pagine di pura meraviglia. Dicembre, non potevi iniziare con magazine migliore!