Di Camilla Braghiroli

Dimentichiamo i “Vuoi scoprire Parigi in 4 giorni?”, i consigli di ristoranti tanto “caratteristici ed economici” quanto turistici e sopravvalutati, i “Se vai a Vienna, non puoi perderti questa chicca”. Dimentichiamo i sentieri segnati o le strade battute per affidarci a deviazioni oniriche e rotte surrealiste. Dal paradiso Bildeberg a Urbonia, dal Monte Medium a Lettinograd: non consiglio di viaggiare impreparati. Guida turistica agli aldiquà selvatici offre il supporto perfetto per orientarsi tra queste strade poco sondate.

“La fantasia stessa, nel momento in cui concepisce un mondo differente da quello in cui viviamo, gli dà esistenza, lo sente come un'illuminazione di memorie lontane.” Queste parole collocate tra le pagine centrali del secondo numero di Capek Magazine, esattamente nel cuore della rivista, si rendono una chiara sintesi di ciò che questo alternativo vademecum rappresenta.

L’aldilà ci ha sempre attratto, incuriosito, talvolta angosciato. Le religioni si sono sprecate sulle spiegazioni dell’ultraterreno. Miti e leggende hanno fatto altrettanto. L’immaginazione, quasi con tono di sfida nei confronti del non-visibile, ha spontaneamente generato scenari che riempissero gli aloni di inconoscibile. Eppure non serve spingersi fino all’aldilà, quando l’aldiquà stesso può essere arricchito, esaltato e amplificato. Capek Magazine ha fatto del potenziale immaginifico la propria cifra, sfruttandolo come agente edulcorante del reale, che, annoiante o deludente, viene così reso più appetibile. “È tutto già qui” scrive Ubrik nel suo inserto sui licheni, che lui definisce “cosmici”, esseri minuscoli dalle fantasie straordinariamente complesse, che nella loro riservatezza racchiudono il limite poroso tra ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo.

 

Microcosmi ipnotici, provocatori progetti metropolitani, zoologia papalina, recensioni di imprese onironautiche ed esperienze di rimpicciolimento per escursioni tra le cellule del corpo. Per mettere a punto questo tour a 360° gradi tra le terre degli aldiquà selvatici, la redazione di Capek attinge da quel fervido bacino di ispirazione che sono i sogni. La condizione onirica infatti autorizza la creatività a sbarazzarsi dei filtri della razionalità, che risiedono nella nostra corteccia prefrontale, inibita durante il sonno.  

“Molte sono le facce della realtà e a noi è dato di coglierne soltanto una.” A questo siamo stati abituati, ma non siamo costretti a limitarci a ciò. E se a frenarci è la nostra capacità immaginativa, scarsa o dormiente, le testimonianze ipnagogiche raccontate in questa guida, dimostrano l’esistenza di un serbatoio nascosto da qualche parte tra i lobi del nostro cervello, in cui risiede una facoltà creativa che spesso non sappiamo di avere e che affiora quando abbiamo “un piede nella veglia e l’altro nel sonno”. Perciò, per quanto questa guida sia una bussola illuminante tra le vie di incontaminati territori terrestri, è anche un foglietto illustrativo per quell’aldiquà intimo e mai totalmente conoscibile che è l’interiorità di ciascuno di noi.

 

Una lettura surrealista o forse iper realista, come lo sono i sensi extra percettivi di Charlie Morley durante i suoi sogni lucidi, o come lo sono le invenzioni visionarie di Steven M. Johnson, fumettista statunitense che tenta di trovare soluzioni satiriche ai grandi problemi della società umana.

Agli scettici che credono nel culto del “vedere per credere”, ai sognatori che amano valutare versioni parallele del mondo in cui viviamo, agli annoiati che, pigri per fantasticare ma stanchi della ripetitività del quotidiano, cercano scenari alternativi curati nel dettaglio, a chi crede che sott’acqua, in cielo o sotto terra possano davvero esistere aldiquà forse non identici, ma analoghi a quelli “selvatici” riportati in queste pagine. Guida turistica agli aldiquà selvatici si presta a qualsiasi esigenza.

October 09, 2025 — Frab's Magazines Production
Tags: recensioni

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