L’accorpamento imprevisto di pensieri è il male dell’idiozia: il fortino dell’intelletto, la gabbia degli antirivoluzionari.
90 Antiope n. 35-49 è una rivista d’arte nata sotto la direzione creativa di Lara Abdessalem ed Elsa Kostic, in una cooperazione editoriale a più menti.
Nella mitologia greca Antiope fugge portando in grembo la passione di Zeus, il padre muore di dolore, il lieto fine della sua storia è sfregiato dalla vendetta. Nella scienza del cosmo 90 Antiope è un asteroide che perde a nascondino con Karl Theodor Robert Luther, nel 1866. Ai nati del 3 ottobre nel 2000 porge in dono il disvelamento della sua identità, binaria. Nomi gemelli, sorti diverse: la legge della sopravvivenza risparmia la duplicità dell’essere.
90 Antiope avvolge il dorso della copertina insistentemente rosa. La promessa di matrimonio fra le idee è stampata nero su bianco nella forma più spontanea di affermazione, ad alta voce. I titoli dei capitoli sbordano dalle caselle di un calendario senza impegni.
Il progetto si sviluppa in quindici sezioni, ogni spaccato è generato dall’unione di due individui con differenti personalità artistiche. Le forme di espressione fra gli autori sono così opposte da generare un punto di incontro nel mezzo: la narrazione dell’invisibile.
Il bullismo prevede un comportamento prevaricatore di una o più persone verso un soggetto più debole, incapace di difendersi adeguatamente. L’inopportuna grazia del neoclassicismo e l’ideale armonico delle korai greche hanno previsto un costante desiderio di prepotenza conformante verso gli individui canonicamente discrepanti alla formula originaria. L’influenza secolare non ha sortito l’effetto desiderato sulla makeup artist Kali Kennedy e sull’artista e fotografo Michael Bailey Gates. I due autori in Anna Nicole Smith Playboy Bunny hanno inscenato una tragedia contemporanea sulla dismisura dell’essere. La pittura impulsiva sul volto o i contorni di una bocca minuziosamente ricalcati con la matita labbra hanno pari dignità, non sussiste il criterio dell’esattezza. La pelle formosa, i seni esuberanti, gli artigli sulla mano di un uomo che penetra lo sguardo, sono elementi necessari alla rivalsa di un ego emarginato troppo a lungo.
Il bianco continua a scorrere interrotto dalla carta rosa, il cambio di tono annuncia il dirottamento ad una nuova coesione artistica.
Delayed Correspondance (New Mexico) dichiara il rapporto empatico fra Félicia Atkinson e Julie Beaufils. Le parole inciampano nel vuoto libero delle pagine, i tratti della grafite sono appiccicati nel mezzo del foglio. Un rapporto slegato unito dalla schiettezza del messaggio. Durante un dialogo fra individui si instaura la prossemica, il termine indica la distanza fisica che l’interlocutore pone fra sé e gli altri, e che rivela il piano psicologico della conversazione. Maggiore spazio, minore confidenza. Minore lontananza, maggiore intimità. Il progetto è un valzer di distanze parafrasato su carta. Le parole mantengono lo spazio della formalità, i solchi della matita non lo oltrepassano, poi come i segreti all’orecchio si avvicinano “Is this land your land?” “The turtle that holds the world.”.
La superficie delle pagine su cui il polpastrello scorre è ora lucida, siamo chiamati all’attenzione.
I capelli sono l’elemento più complesso per un pittore: il movimento continuo, la quantità e l’imprevedibilità ribelle della forma ne rendono difficile la stasi. Sfuggono. O scappano. Julia Andréone e Sky in Pet peeves li fotografano.
 
In fine:
Un foglio rosa, il retro è bianco. Mai giudicare un libro dalla sua copertina.
Un foglio rosa, il retro è rosa.
 
Se il confronto tra idee ti affascina, se ti piace il rosa e se detesti il rosa puoi trovare il numero di 90 Antiope n.35-49 QUI.
May 26, 2024 — Chiara Zonta

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