A Magazine Curated by e il nuovo numero in edizione limitata 2000/2004-2025

 

Quante risposte può suscitare una domanda, e quanti mondi si possono aprire e chiudere nello stesso spazio? Se gli esercizi di stile di Queneau ci hanno insegnato che da una storia ne possono nascere altre cento, provocando variazioni continue e talvolta bizzarre, a partire dagli anni Novanta i magazine di nicchia hanno fatto loro questo assunto, chiamando artisti e artiste a interpretare personalmente un concetto e a costruirci attorno costellazioni inedite di significato e forma. 
A Magazine curated by è forse uno degli esempi più chiari, non solo per i contenuti, ma anche, e soprattutto,  per l'idea da cui origina. Nel 2000, Walter Van Beirendock creò un magazine di moda che agisse come uno spazio libero, pagine bianche su cui i fashion designer potessero esprimere le loro visioni, costruire un racconto personale: A Magazine, nelle sue quattro uscite (Dirk Van Saene (N° A), Bernhard Willhelm (N° B), Hussein Chalayan (N° C), Olivier Theyskens (N° D) fu l’embrione di quello che, nel 2004, sarebbe diventato A Magazine curated by. L’idea di fondo rimase la stessa, la curatela di ogni numero avrebbe seguito di volta in volta le direttive di un designer diverso; tuttavia, cambiò la notazione: non più lettere dell’alfabeto, bensì numeri cardinali. Ripartiti da zero, la prima uscita fu A/1 Maison Martin Margiela - tutt'oggi uno dei magazine indipendenti di moda da collezione più ricercati. 
Fin da subito, ogni designer – e curatore – godette di una libertà creativa a trecentosessanta gradi. E questo traspare dall'eterogeneità dei contenuti tra un numero e l’altro e dalla lettera A in copertina che ogni volta veste abiti e stili diversi. 
Il formato rimane invece un minimo comune denominatore e un elemento di riconoscibilità. 
Proprio per il suo essere ogni volta il frutto di un lavoro personale e unico di un* creativ*, A Magazine Curated by è quasi come un libro d'artista: estraneo all’hic et nunc dei quotidiani, è un magazine indipendente da collezione, il cui valore non fa che aumentare nel tempo. 

Mentre sui nostri scaffali è appena arrivato lo speciale in edizione limitata A MAGAZINE CURATED BY: 2000/2004-20205 che celebra i venticinque anni di attività, vediamo come i designer hanno scelto di approcciarsi alle pagine, offrendoci numero per numero lenti e occhi diversi con cui osservare la realtà. 

Un Magazine di Moda ma anche un luogo di ispirazione e incontro

Anche se convergono sotto uno stesso nome, gli spazi delle Maison di moda sono luoghi trafficati da varie professionalità. Il numero 1 di A Magazine curated by Maison Martin Margiela ospita le voci di tutte le persone che per un lungo o un breve periodo vi hanno gravitato attorno. Il magazine risulta quindi come una grande riunione di gruppo, un’immagine collettiva e polifonica.  

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Allo stesso modo la quinta uscita, e la prima a essere curata da una designer donna, A/5 Martin Sitbon irradia fin dalla copertina il punto di vista femminile e la femminilità tanto seducente quanto spiritosa e irriverente del brand. All'interno una moodboard e un insieme di contributi, da Sofia Coppola agli MM Paris, compongono la vision della Maison. 

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Dalle scelte contenutistiche differenti ma con lo stesso intento di essere un luogo di ispirazione e di riunione, il lavoro di Thom Brown in A/15, ‘Death and Mourning in Black and White’ ripercorre le sfilate dal 2015 in poi grazie ai contributi di collaboratori vicini al brand. 

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Saggi fotografici e di approfondimento

Da Yohi Yamamoto all’ultimissimo numero curato da Gleen Martens, sono stati molti i creativi che hanno scelto di appoggiarsi a dei fotografi per espandere la propria narrazione attraverso il linguaggio fotografico. 

Peter Do, direttore creativo dell’omonimo brand e di Helmut Lang, cura A/26 e dispone - con la precisione che distingue i suoi capi - un saggio visivo, principalmente fotografico per farci  immergere nel suo concetto di casa e offrirci una finestra sui suoi pensieri più intimi. 

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Facendo un piccolo salto indietro, A Magazine curated by Erdem riflette su questioni sociali care al brand. Al centro, fanno da perno i temi della dualità e del riflesso; attorno, ruotano la decostruzione della definizione canonica del termine 'gemella' e l’approfondimento riguardo la fluidità di genere. Emerge un corollario di fotografie e interviste dedicato alla moda, all’arte e alla comunità queer. 

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Con un sensibilità affine, A Magazine Curated by Grace Wales Bonner, Rhapsody In The Street, è un saggio espositivo - denso di materiali di archivio, articoli accademici, poesie, immagini - sulla ricerca della designer a proposito della cultura Black. 

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Da un tema più soluzioni, espansione di una pratica artistica

Una conversazione gentile è una conversazione che non rimane ancorata al privato ma apre il dialogo all’universale, raggiungendo un ventaglio più ampio di sensibilità. Questo è il lavoro di Alessandro Michele per A/16 in cui artist* cari al designer sono chiamati a esprimere che cos’è per loro “the blind love”; ne emerge un lavoro editoriale pluridimensionale in cui immergersi. Allo stesso modo, A Magazine Curated by Francesco Risso è una raccolta di tanti ritagli d'album, in cui illustrazioni, scritte a mano, disegni abbozzati, collage, dipinti e fotografie, ci conducono capitolo dopo capitolo attraverso l’immaginazione e la sensibilità umana e naturale del designer. 

Dare spazio a nuovi progetti o costruire un proprio diario

Riflettere sul proprio lavoro talvolta conduce a svelare zone di interesse rimaste in ombra o poco esplorate. Lucie e Luke Meier in A/21 hanno voluto ragionare su un tema spesso interno alle loro collezioni, il dualismo tra Madre natura e Natura umana. Convivono così in dialogo e in contrasto sulle doppie pagine: 

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Diari privati o pagine per una riflessione personale, sono invece le pubblicazioni curate da Pierpaolo Piccioli, Giambattista Valli, Haider Ackermann e Bernard Willhelm. 
A Magazine Curated by Haider Ackermann espone semplicemente i pensieri del designer, e pagina dopo pagina con materiali di varia provenienza ne costruisce uno specchio.

 
Al contrario, Pierpaolo Piccioli in A/20 riporta la sua visione pura, ottimista e talvolta stravagante poi trasposta in Valentino. Le pagine hanno i colori della Maison, nel tono pantone PP Pink della collezione f/w 22, e di Roma, sede storica del brand.  

A venticinque anni di attività, A MAGAZINE CURATED BY 2000/2004-2025 ci propone un nuovo esercizio di stile, un magazine in edizione limitata dove tutti i designer che hanno curato le edizioni precedenti sono chiamati a partecipare allo stesso numero. 

March 21, 2025 — VALENTINA ANGELI

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