Parlami d'amore: tra riviste e servizi fotografici
Condiviso o stretto tra le proprie braccia, l’amore si incarna tra le persone e le cose. Polimorfo e senza regole orchestra il nostro corpo, ci fa cambiare abito, tendere verso un altro corpo, desiderare di sentirci appagati. E che sia sfacciato o sussurrato, se ne parla sempre. Nelle canzoni, nei testi, nelle chiacchiere al bar, l’amore è per un suono, una persona, un oggetto, un posto. È nell’ossessione di qualcosa o qualcuno a cui non sappiamo rinunciare. Ed è da questa incapacità che nascono progetti bellissimi.
Come attimi che si dilatano per rimanere impressi, le fotografie di Iwan Schumacher - riunite tra le pagine di Revue - sono ritratti d’amore. Il titolo della raccolta è Couples e ci racconta di qualcosa che accade tra due persone. In un momento d’intimità o un primo appuntamento, ogni fotografia è stata scattata all'insaputa dei soggetti immortalando il brivido e il rifugio di due persone che si amano.


Un altro discorso è l’intimità individuale che come un santuario è arredata con i nostri segreti. Un luogo in cui coricarsi, lontano da tutti. Un sospiro di sollievo, tra il vuoto e l’illusione che sebbene a volte appaia come un posto buio e solitario, rimane una stanza erotica in cui far danzare i propri istinti e desideri.
See the Act, the Void ci racconta un po’ di questo: spazi a luci rosse e una persona nel suo autodefinirsi.


Quando poi ci fidiamo di noi stesse, usciamo allo scoperto. Indossiamo abiti che ci mettano a nostro agio, sentendoci libere di incontrare qualcuno o qualcos’altro. E le fotografie di Akila Berjaoui dedicano una lettera d’amore a chi si esprime, senza timore, per volersi bene. Ciascuna delle fotografie è stata scattata per le strade di Parigi e poi unita alle altre con il titolo Can you survive my heat and still love me?.

